Claudio Fois
Caludio Fois nasce fisicamente il 1 maggio del 1963 a Roma.
Il mio contatto più antico con la comicità è stato probabilmente lo spettacolo dei burattini del Gianicolo e la mia prima esibizione comica volontaria (e davanti ad un pubblico diverso quello familiare) è stato raccontare una barzelletta davanti alla classe elementare di cui facevo parte.
La barzelletta me la raccontò mio padre, il quale ha avuto trascorsi di intrattenitore “da falò” con la chitarra e di simpatico mascalzone com’era uso negli anni cinquanta soprattutto in vacanza a Sorrento con le turiste straniere. .
Finite le medie scelsi il liceo artistico e durante il primo anno mi convinsi che “da grande” avrei voluto fare il disegnatore di fumetti.
In realtà successivamente, parecchi anni dopo il liceo e forte di esperienze formative di vita, capii che in realtà ciò che volevo fare nella vita era “l’artista”.
Dopo gli anni del liceo (in cui mi producevo nel raccontare barzellette e fare le imitazione dei professori) e dopo che il sogno di fare il fumettista si infranse per mia inesperienza ed immaturità, piombai in una crisi esistenziale nella quale, diciottenne, non mi sentivo né carne, né pesce, senza prospettive e senza mèta.
Trovai lavoro come impiegato in una ditta di importazione carni di un amico di famiglia ed avendo ora un punto di riferimento pian piano cominciai ad acquistare una certa serenità. Con i soldi dello stipendio, durante le ferie mi permettevo viaggi in giro per il mondo che mi gratificavano e mi aprivano la mente.
Proprio durante uno di questi viaggi decisi che quel lavoro non faceva più per me, per cui progettai di andarmene e dopo un anno, trovata una buona occasione mi licenziai per andare a lavorare in una piccola ditta che vendeva computer. Ma dato che l’arte se ce l’hai davvero, ti insegue fino a che non ti prende, dopo un anno in cui capii che il lavoro mi piaceva ma non mi “divertivo”, contattai un clown, Crispino, che avevo conosciuto un anno prima e bontà sua mi concesse di lavorare insieme a lui nelle feste per bambini, il sabato e la domenica.
Così per quattro anni, week-end dopo week-end, io ho cominciato a fare quello che davvero mi piaceva: “l’arte”. Erano i primi passi nel mondo della professione vera e propria, con un vero, autentico, bravissimo professionista.
Nel frattempo continuavo a fare un lavoro “normale” e ad avere le ferie che impiegavo per continuare a fare i viaggi all’estero e durante uno di questi, in cui come al solito ho “tenuto banco” (forte anche dell’esperienza “di palco” con Crispino) raccontando le barzellette che oramai erano diventate un repertorio collaudato ed efficacissimo, conobbi una persona che una volta tornati a Roma, mi fece conoscere la compagnia dialettale romana “Checco Durante” il cui capocomico era Alfiero Alfieri.
Come mille volte è successo (ma non per caso: io ero là, presente, quasi tutte le sere!) si presentò l’occasione per sostituire un attore e la stagione successiva fui scritturato da “titolare” per una commedia.
Un giorno venne la svolta vera, uno di quei bivi che, spesso o di rado, capitano nella vita. Alfieri chiese agli attori per la stagione successiva (che sarebbe iniziata settembre) la disponibilità totale anche a girare l’Italia perchè c’era in progetto una grande produzione. Lasciai il lavoro alla ditta dei computer e diventai “attore professionista”, cioè che campava solo di quello. Quello stesso anno andai anche a vivere da solo, quindi con tutte le spese del caso. In breve a trenta anni cominciai una vita da “povero” ma ero felice!
Rimasi con la compagnia di Alfiero Alfieri per quattro anni e ad un certo punto, sentendomi quelle situazione “stretta di spalle” compresi che avevo imparato tutto ciò che avevo imparare e che quella esperienza, per me, si era saturata. Per caso scoprii il cabaret e la figura dello stand-up comedian di cui avevo sentito parlare solo in relazione al Puff di Lando Fiorini ed intravidi in questo genere di teatro una possibilità di sbocco per l’avvenire.
Cominciai a frequentare un locale di cabaret, il Downtown, a San Lorenzo, e pian piano misi su mezzora di spettacolo che mi permise, successivamente di coprire una serata di un’ora facendo a metà con un altro collega e di conseguenza cominciare a guadagnare.
Già subito tutti riconoscevano, nella mia esibizione, una superiorità del testo rispetto alla recitazione ed una obbiettiva alta qualità delle battute.
Mi arrivò la proposta di collaborare come battutista alla sit-com “Disokkupati” di Valentina Amurri e Linda Brunetta e fu un’esperienza esaltante.
Ho fatto il cabarettista per otto anni. Il mercato tirava, le serate erano tante ed i guadagni mensili alti. Scelsi di non rimanere ancorato al circuito di Roma e girai tutta l’Italia facendomi conoscere dagli addetti ai lavori più che dal pubblico. Quando vidi che la mia carriera comica non cresceva (ci campavo ma non diventavo “famoso”), decisi di aggiustare il tiro e mi proposi solo come autore al mitico Zelig dove avevo già fatto, come cabarettista, la famosa “settimana”, ovvero una serie di cinque serate al locale di viale Monza 140 a Milano, ambìto traguardo di molti, che io avevo già ottenuto praticamente al primo anno di attività come cabarettista.
In quella occasione collaborai con Leonardo Manera, Ficarra & Picone, Dario Vergassola ma soprattutto con Ale & Franz che allora interpretavano i personaggi di Gin e Fizz. Fu in quell’edizione di Zelig che Mr.Forest venne impiegato per la prima volta come presentatore in una piccola striscia intitolata “Zelig for Jene” e fu così che nacque con Michele Foresta una collaborazione che dura ancora oggi (2007 n.d.a.).
Poco prima di arrivare al termine della stagione autunnale, quell’anno Ficarra & Picone furono convocati da Serena Dandini la quale chiese loro se avessero nuovi autori da segnalare e così ebbi un appuntamento con la mitica autrice e conduttrice di “Avanzi”.
Alla fine in quella stagione mi ritrovai a scrivere contemporaneamente per “Zelig” e per “L’Ottavo nano”: giocavo in due squadre di serie “A” e per di più parte alta della classifica!
Nei quattro anni successivi entrai nella squadra dell’Ambra Jovinelli partecipando a progetti televisivi e teatrali che mi hanno dato tantissimo a livello di esperienza e ai quali ho contribuito in maniera massiccia dimostrando ambizione, voglia di fare e soprattutto passione per questo mestiere.
Durante questo periodo il lavoro di collaborazione con Mr.Forest non si è mai interrotto ed in tutti i programmi in cui lui era presente davo il mio modesto apporto mandando via mail delle battute che integravano l’ottimo lavoro degli autori di cui Forest già si avvaleva.
E proprio questa continuità ha fatto sì che, esaurita l’esperienza con l’Ambra Jovinelli, io potessi entrare nel gruppo della Gialappa’s stavolta come autore “titolare”, ufficiale e non “occulto” di Mr. Forest con il quale, a parte il lavoro, è nato un rapporto che può definirsi amicizia.
Successivamente, dopo un paio d’anni con Geppi Cucciari, sono entrato nel team di Maurizio Crozza dove attualmente ancora lavoro.
Scrivo testi anche per limitatrice Gabriella Germani, presenza fissa nel cast delle trasmissioni radiofoniche di Fiorello. Con Fiorello ho poi scritto lo spettacolo teatrale “L’Ora del Rosario”.
Nel frattempo ho scritto anche delle piece teatrali di cui vado molto orgoglioso per e con Claudia Cantone (Zero Zero Clown, L’alloggio segreto) e per e con Alessandro Mancini (tra gli altri “Come Houdini”).
Al momento attuale sono passati venticinque anni da quando sono diventato “artista di professione” e questo è che volevo fare da grande e che voglio continuare a fare. In quale forma di espressione non ha importanza, per ora sono felice di essere un “autore” e la mia ambizione è quella di lasciare qualcosa di buono (in campo professionale) che mi faccia ricordare dai posteri. Può essere un film, un libro, una commedia… anche solo un battuta ma questa non è una cosa che si può studiare a tavolino: è un’alchimia che si verificherà soltanto continuando a crescere e ad imparare ma soprattutto continuando ad essere sincero ed onesto verso l’arte e verso me stesso.